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Noi di Anomalia Teatro alla fine ci siamo dovuti separare nelle nostre casette più o meno affollate. Continuiamo a sentirci ma mentiremmo se non dicessimo che è una faticaccia, come per molti. Stiamo tutti cercando di reggere un delicato equilibrio tra coinquilini, familiari o solitudine e spesso le mura di casa premono sui cuori oltre che sui nostri corpi. Ricordiamoci di prendere un tempo per allenare la mente a uscire da questo stato di emergenza costante, in cui tutto sembra ridursi all’oggi, al qui e ora e cerchiamo invece di abbattere almeno questo universo temporale ristretto per trovare orizzonti più ampi. Fermiamoci quindi a osservare, oltre che a guardare, ciò che sta accadendo e a portare l’attenzione a livelli più ampi.

La crisi che ci troviamo ad affrontare va ben oltre il trovare una soluzione per non annoiaci e sta creando crepe e spaccature profonde in una società che ne era già piena. Purtroppo è sempre più evidente che in situazioni difficili esiste, ora come sempre, una parte di mondo che potrà uscirne indenne e un’altra che verrà lasciata indietro (se le ferite di questa emergenza non verranno attraversate come responsabilità collettiva). Ricordiamoci di parlare e raccontare tutte quelle sfumature che spesso la narrazione dominante tende a dimenticare: i precari, gli artisti, i carcerati, coloro che non hanno una casa, chi soffre di disagi psichici, gli sfruttati, i clandestini e tutte quelle persone che spesso rimangono invisibili e senza storia. A loro (a noi) tutta la nostra solidarietà.

Noi crediamo che oggi ci troviamo anche di fronte a un’opportunità: prendere atto della sistematica crudeltà del sistema in cui viviamo, che sta mostrando con sempre maggior evidenza le sue lacune.

Allora mi chiedo: cosa potremmo fare dalle nostre case e nella nostra individualità?

Forse, innanzitutto, cercare di uscire con forme creative dall’isolamento, ritrovare una collettività di cui abbiamo sete e bisogno e soprattutto fare uno sforzo di immaginazione: andiamo oltre ciò che è  e iniziamo a pensare a ciò che potrebbe essere, a ciò che vogliamo. Cerchiamo di farlo insieme, troviamo compagni di viaggio, cerchiamo linguaggi non escludenti e iniziamo a mettere in discussione il nostro modo di abitare, di lavorare, di consumare – di vivere.

Che questo possa diventare un momento non per ricucire i pezzi singolarmente ma per creare nuove sentieri.

Andiamo oltre i muri dell’oggi

per cercare di costruire il mondo di domani.

Debora Benincasa

Per approfondire la riflessione: Macerie – Appunti sull’epidemia in corso Internazionale – Solitudine e senso di comunità [/cs_text][/cs_column][/cs_row][/cs_section][cs_section id=”trailer” parallax=”false” separator_top_type=”none” separator_top_height=”50px” separator_top_inset=”0px” separator_top_angle_point=”50″ separator_bottom_type=”none” separator_bottom_height=”50px” separator_bottom_inset=”0px” separator_bottom_angle_point=”50″ _label=”Trailer” class=”cs-hide-lg cs-hide-md cs-hide-sm cs-hide-xl cs-hide-xs” style=”margin: 0px;padding: 0px;”][cs_row inner_container=”true” marginless_columns=”false” style=”margin: 0px auto;padding: 0px;”][cs_column fade=”false” fade_animation=”in” fade_animation_offset=”45px” fade_duration=”750″ type=”1/1″ style=”padding: 0px;”][x_video_player type=”16:9″ src=”” hide_controls=”false” autoplay=”false” no_container=”true” preload=”auto” advanced_controls=”false” muted=”false” loop=”false” poster=””][/cs_column][/cs_row][/cs_section][cs_section parallax=”false” separator_top_type=”none” separator_top_height=”50px” separator_top_inset=”0px” separator_top_angle_point=”50″ separator_bottom_type=”none” separator_bottom_height=”50px” separator_bottom_inset=”0px” separator_bottom_angle_point=”50″ _label=”Galleria” class=”cs-hide-lg cs-hide-md cs-hide-sm cs-hide-xl cs-hide-xs” style=”margin: 0px;padding: 0px;”][cs_row inner_container=”true” marginless_columns=”false” style=”margin: 0px auto;padding: 0px;”][cs_column fade=”false” fade_animation=”in” fade_animation_offset=”45px” fade_duration=”750″ type=”1/1″ style=”padding: 0px;”] [/cs_column][/cs_row][/cs_section][/cs_content][cs_content_seo]Frammenti di quarantena Noi di Anomalia Teatro alla fine ci siamo dovuti separare nelle nostre casette più o meno affollate. Continuiamo a sentirci ma mentiremmo se non dicessimo che è una faticaccia, come per molti. Stiamo tutti cercando di reggere un delicato equilibrio tra coinquilini, familiari o solitudine e spesso le mura di casa premono sui cuori oltre che sui nostri corpi. Ricordiamoci di prendere un tempo per allenare la mente a uscire da questo stato di emergenza costante, in cui tutto sembra ridursi all’oggi, al qui e ora e cerchiamo invece di abbattere almeno questo universo temporale ristretto per trovare orizzonti più ampi. Fermiamoci quindi a osservare, oltre che a guardare, ciò che sta accadendo e a portare l’attenzione a livelli più ampi. La crisi che ci troviamo ad affrontare va ben oltre il trovare una soluzione per non annoiaci e sta creando crepe e spaccature profonde in una società che ne era già piena. Purtroppo è sempre più evidente che in situazioni difficili esiste, ora come sempre, una parte di mondo che potrà uscirne indenne e un’altra che verrà lasciata indietro (se le ferite di questa emergenza non verranno attraversate come responsabilità collettiva). Ricordiamoci di parlare e raccontare tutte quelle sfumature che spesso la narrazione dominante tende a dimenticare: i precari, gli artisti, i carcerati, coloro che non hanno una casa, chi soffre di disagi psichici, gli sfruttati, i clandestini e tutte quelle persone che spesso rimangono invisibili e senza storia. A loro (a noi) tutta la nostra solidarietà. Noi crediamo che oggi ci troviamo anche di fronte a un’opportunità: prendere atto della sistematica crudeltà del sistema in cui viviamo, che sta mostrando con sempre maggior evidenza le sue lacune. Allora mi chiedo: cosa potremmo fare dalle nostre case e nella nostra individualità? Forse, innanzitutto, cercare di uscire con forme creative dall’isolamento, ritrovare una collettività di cui abbiamo sete e bisogno e soprattutto fare uno sforzo di immaginazione: andiamo oltre ciò che è  e iniziamo a pensare a ciò che potrebbe essere, a ciò che vogliamo. Cerchiamo di farlo insieme, troviamo compagni di viaggio, cerchiamo linguaggi non escludenti e iniziamo a mettere in discussione il nostro modo di abitare, di lavorare, di consumare – di vivere. Che questo possa diventare un momento non per ricucire i pezzi singolarmente ma per creare nuove sentieri. Andiamo oltre i muri dell’oggi per cercare di costruire il mondo di domani. Debora Benincasa Per approfondire la riflessione: Macerie – Appunti sull’epidemia in corso Internazionale – Solitudine e senso di comunità Video source missing Image[/cs_content_seo]
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