Uroboro

Di e con Simona Ceccobelli e Sebastian O'Hea Suarez
Progetto grafico Nachos
Illustrazione Nicolás Castell


"Il Kung Fu è di tutti. Ma non è per tutti."

C'è stato un tempo impeccabile. Ma ora il tempo si è spezzato, perché è arrivato l'allievo, un allievo lungo e magro con cravatta e gilet, che inciampa e sposta lo spazio, scivola a terra e porta disordine. Cambiano il tempo, il tempio e il maestro.
Sul palco colui che insegna e colui che impara si fondono e confondono, cercano di allontanarsi e si ritrovano vicini, attraversano i regni del kung fu con mani incastrate nei piedi, il sopra nel sotto, un ghigno da mostro.
Si perdono in un teatro che è fisico, clownesco e visuale, si perdono nel ridicolo e nel sacro. Poi, di nuovo, tutto è immobile, il maestro guarda l'allievo e aspetta. Aspetta che lui capisca.
Puoi posare le braccia, sciogliere i muscoli, lasciarti annegare in un mare di bigliettini bianchi in una continua ricerca verso l'uscita, ma in fondo non c'è molto da fare, e forse non serve una via e nemmeno un'uscita, ti bloccherà soltanto il finale, e la luce che si spegne sul palco, perchè il kung fu è di tutti ma non è per tutti.


Selezionato per il 
Roma Fringe Festival


settembre 2023

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