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Disegno di Marco Gottardello

Icaro vola verso il sole, si brucia le ali, cade e muore. Fine. Se ci pensi, è una storia piuttosto breve. Eppure dentro quel salto c’è un universo a dir poco infinito.  Il nostro Icaro è un bambino di otto/nove anni con gli occhi sgranati dalla meraviglia, le zampette magre e la testa grande. Quando Dedalo, il padre, parla, cerca di ascoltarlo con attenzione ma poi non riesce a non interromperlo. Prima di fare domande ogni tanto alza la mano, a volte chiede subito e alza la mano dopo.  Il nostro Icaro è anche una ragazza che non ha più voglia di stare al mondo. Odia il padre ma non glielo dice e si limita a seguirlo con la svogliatezza dei ragazzi lungo le strade. Il padre non riesce a guardarla. Nelle strade del labirinto, mentre si ferisce le mani lungo il muro, Icaro sente di non essere sola. Non ci sono solo loro due là dentro, non c’è solo il mostro là dentro, c’è qualcun altro. Qualche presenza che abita i vicoli e le piazze infinite. Papà, cos’è, realmente, questo posto?  Abbiamo deciso di lavorare su Icaro prima di tutto ciò che è successo e ci siamo trovati a scriverlo da soli nelle nostre case con il mondo che cambiava intorno. Abbiamo attraversato insieme l’idea dello spettacolo in questi tre mesi, l’abbiamo annaffiata e le abbiamo sussurrato canzoni la sera. La nostra storia parla di Icaro ma anche del mostro, parla del potere e di una violenza nascosta, che scorre sotto le vene di una città perfetta, di una regina che chiamano folle che tutti i giorni sogna di soffocare i suoi figli, tutti tranne uno: quello nato dall’unione con la bestia. Tra poco inizieremo le prove e metteremo le mani a quelle che ora sono pagine e pagine di sogni e incubi, una scrittura che è stata vomitata in un periodo doloroso e pieno di domande, rabbie e utopie. Tra poco cercheremo di capire come questo lungo diario in immagini potrà farsi spettacolo. Siamo emozionati nel pensare ad un nuovo inizio e siamo troppo felici di annunciare che ci saranno tantissime sorprese e nuovi arrivi, nuovi compagni e vecchie amicizie che si uniranno al nostro cammino.

Debora Benincasa

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