Lettere in cucina

Amedeo Anfuso Diario

Lettere in cucina

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Io e Marco abitavamo in una casina che aveva il classico stile e profumo delle case dei nonni: vagamente buia, con un tavolinetto tondo incastrato in una cucina quadrata e un divano sfondato. Su quel divano Marco leggeva Lettere a Theo, di Vincent Van Gogh.

“Non hai idea di cosa scriveva Vincent a fratello”

Mio mugolio poco interessato. Leggere le lettere di un pittore mi sembrava una cosa da nerd dell'arte, tipo che poi ti ritrovi davanti a un suo quadro e sei soddisfatto di poter dire: “Certo, i colori sono molto interessanti, ma sai cosa mangiava mentre dipingeva?”
In seguito ho scoperto che quel libro è un meraviglioso affaccio su un mondo appassionato, dolorante e fortissimo in ogni sua sfumatura.

“E la cosa assurda è che non ci sono le risposte di Theo!”

“Ecco questo non è giusto, non mi pare carino eliminarle, cancellarle come se non fossero mai esistite! Dovresti scrivere una lettera di protesta alla casa editrice...”

Poco interesse per le lettere ma grande sensibilità per le ingiustizie!

“Il punto è: hai idea di come si dev'essere sentito frustrato Theo nel crescere accanto a un genio?”

“Bah, magari no, magari era un signorotto paffutello, contento di trotterellare accanto a un grande pittore incompreso”

“Accanto a un genio”

E ho capito: Marco voleva che il confronto di Theo col fratello fosse doloroso perché aveva bisogno di una molla per indagare l'appiccicosa sensazione della mediocrità.
Così lo spazio lasciato da quelle lettere ci ha dato la possibilità di lanciarci nella nostra inquietudine, nella nostra paura della banalità e del fallimento, nel grande terrore di venir dimenticati e messi da parte, ma ci ha fatto anche conoscere un amore gigantesco, così grande da poter diventare scomodo eppure così luminoso da poterlo ancora sentire.
Theo Van Gogh ha dato la possibilità a Vincent di continuare a dipingere, di trovare un appoggio in una realtà che lo rifiutava costantemente; ora dà la possibilità a noi di guardare le nostre ombre e chiacchierarci come vecchi amici.
Theo Van Gogh è stato dimenticato.
Ma non da tutti.

Theo - Storia del cane che guardava le stelle
Dal 9 al 19 maggio
Torino Fringe Festival
Anatra Zoppa, via Courmayeur 5, Torino

Debora Benincasa