Monologo di un piccolo Icaro

Amedeo Anfuso Diario

Monologo di un piccolo Icaro

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"Papà" 

"Dimmi, Icaro" 

"Ti fisso la schiena 
mi concentro su un punto preciso tra le tue scapole proprio là, tra le ossa, un puntino 
è il mio puntino papà 
che non esiste nient'altro 
non la terra sotto 
il vuoto 
sotto i piedi 
non lo stomaco 

Che papà mi si contorce 
la gola 
che forse ho paura 
che già mi sembri così lontano 
che mi sento solo.

E' che forse la tua schiena 
non basta 
contro il vuoto 
del immenso del cielo 
e chiudo gli occhi 
che non vedo più nulla.

E se il volo è una scienza precisa 
io di preciso non ho mai avuto niente
e mi è venuto addosso tutto un sole che brucia 
sentissi quanto fa male 
è come gridare 
da tutta la pelle 
ed è bello 
che sembra di svanire. 

E di tutto quel vuoto 
che ho sotto le gambe 
non mi importa più niente 
e da adesso in avanti 
credo che 
non ho più paura 
perché mi si è accesso 
quello sfriccicorio tra le budella 
che illumina l'intestino 
e ti dice di andare più in alto. 

Ma forse mi sbaglio 
forse è solo il sole che brucia 

ed è bello papà 
sapessi che bello 
non avere paura."

Debora Benincasa