Per aspera ad astra - Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza

A luglio Anomalia Teatro ha avuto la possibilità di partecipare al laboratorio promosso da ACRI (associazione di fondazioni e di casse di risparmio spa) che vede coinvolte alcune delle realtà di teatro in carcere più importanti in Italia e che ha come centro il lavoro di Armando Punzo e della sua Compagnia della Fortezza all'interno del carcere di Volterra.
Entrare nell'istituto penitenziario di Volterra è un'esperienza straniante, le contraddizioni sono forti e luminose e la sensazione è quella di star camminando lungo un sogno. La cornice è quella del carcere con corridoi grigi e portoni massicci, ma il teatro è penetrato profondamente in tutto l'ambiente: ai muri sono appese le parole di Borghes, ci sono pezzi di scenografia ovunque e in cortile si apre una vasca piena d'acqua che sarà luogo della nuova produzione, Beatitudo. Il lavoro di Punzo è riuscito a creare buchi e spazi all'interno della realtà carceraria. Le persone che conosciamo sono orgogliose del proprio lavoro, allegre e contente di raccontarsi, hanno storie di speranza e ricostruzione. Fabio, detenuto-attore appassionatissimo, ci racconta di quando ha cominciato a leggere, dei libri che adesso divora, del suo amore per il teatro: “Prima la libertà ce l'avevo ma non l'aggio mai tenuta”.
L'approccio di Armando si concentra esclusivamente sul risultato artistico del lavoro, ha da sempre dichiarato di non voler salvare nessuno, quello che vuole è fare teatro e farlo al meglio. Eppure, anche se indirettamente, il suo lavoro ha avuto evidenti ripercussioni sociali e ha cambiato drasticamente la vita di tutti i detenuti grazie alla tenace ricerca di bellezza, alla conquista della meraviglia all'interno di una delle istituzioni più dure e rigide esistenti.
Noi, che in questo mondo ci siamo entrati in punta di piedi, ci siamo fatti una scorpacciata di speranza e custodiamo preziosamente i ricordi di questa settimana. Siamo anche orgogliosi di poter dire che questo percorso non si conclude, che il progetto va avanti e che noi continuiamo a camminare.